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Il 2
ottobre 1968 è una data che non solo rimarrà sempre nella
memoria dei protagonisti ma che ormai fa parte della storia non solo messicana.
In quel giorno infatti si consumò quella che senza dubbio può
essere considerata la più crudele, sanguinosa e cinica repressione
del movimento studentesco: la strage della Piazza delle Tre Culture.
Ad oltre trent'anni da quella tragica
giornata, la nebbia dell'omertà avvolge ancora molti particolari.
Non si conosce neppure il numero esatto dei morti. Già durante quelle
ore la macchina del potere si era infatti mossa per insabbiare, confondere,
depistare, cancellare informazioni.
Qualche numero: 15.000 proiettili sparati
(cifra ufficiale), 8.000 militari di vari corpi impegnati nell'azione,
300 mezzi fra carri armati, blindati vari e jeeps armate di mitragliatrici.
Tutto questo per reprimere una manifestazione pacifica, secondo il vecchio
copione per cui i militari in borghese si infiltrano tra i manifestanti
con il ruolo di "provocatori" ed i militari in divisa possono così
rispondere alla provocazione. Il risultato: non meno di 700 feriti, un
numero di morti che probabilmente è tra i 150 e i 300 (alcuni pare
siano stati fatti sparire lanciandoli nell'oceano con aerei militari),
5000 studenti detenuti - di cui alcuni sottoposti a torture e a finte fucilazioni.
Ben 300 di essi rimarranno in carcere fino all'amnistia del 1971.
Quella strage, programmata a tavolino
con giorni di anticipo, rimane ancora oggi impunita.
Nel 1993 una Comisión de la Verdad
indagò sui fatti. Il segretario di tale commissione era Paco Ignacio
Taibo II che, in un articolo apparso su La Jornada in occasione
del trentennale della strage ci riassume le conclusioni a cui giunse quella
Commissione. La ricostruzione dei fatti è semplicemente sconvolgente.
2
de octubre: 30 años, in La Jornada, 24 settembre
1998.
Una sintesi dei risultati del lavoro della Commissione si può leggere in italiano:
La strage di Città del Messico, di Gianni Proiettis, in
il manifesto, 2 ottobre 1998.
All'argomento la stampa messicana - o almeno
una parte di essa - ha dedicato in questi anni parecchio spazio. Per saperne
di più, potete dare un'occhiata ai link che seguono.
Il primo indirizzo è di una pagina
in cui ci sono link ad articoli pubblicati dall'Excélsior
dal 1968 al 1986. Nel secondo si trovano invece link ad un centinaio di
articoli pubblicati da vari giornali nel 1998.
Archivio
dell'Excélsior
Matanza
de Tlatelolco
Più in generale sui fatti di quell'anno,
a cui Taibo II ha dedicato anche un libro intitolato semplicemente '68,
si può leggere un'altro articolo apparso in due puntate sempre su
La
Jornada:
Sesenta
y ocho veces e insiste. A 30 años del movimiento unas notas reescritas,
in La Jornada, 14 marzo 1998. |