M.V.M.

Creato il
5/9/98.


Ancora su Il premio:

1) Articolo di Vázquez Montalbán sui premi letterari

2) Recensione di Edmondo Dietrich

3) Recensione di Vittoria Martinetto


Grottesco, meriti «Il premio»

GIUSEPPE BELLINI

Il Sole - 24 Ore, 30 / 8 / 1998.


Interessante e avvincente questo ennesimo romanzo del prolifico scrittore Vázquez Montalbán, specialista in un genere poliziesco che affonda nell'esame della società spagnola contemporanea con spirito spesso amaramente critico e che ha per protagonista l'ormai noto commissario (sic) Pepe Carvalho.
    Nel nuovo romanzo, Il premio, centrato sull'aggiudicazione di un premio letterario di narrativa donato da un "pescecane" senza scrupoli, prosperato all'ombra del governo socialista, di una cifra favolosa, cento milioni di pesetas —un miliardo e duecento milioni di lire, piú o meno—, lo scrittore ritrae criticamente, ricorrendo al grottesco e a un umorismo amaro, tutta una società di politici, industriali, finanzieri e letterati nel crepuscolo del potere sul quale si sono retti, quello socialista, di fronte al prossimo avvento al governo delle destre.
    La vivacità delle pagine avvince anche chi non è al corrente delle cose spagnole, ma soprattutto chi piú addentro nella vita letteraria e politica del Paese coglie immediatamente i riferimenti a persone e a fatti, gli sono familiari i nomi dei personaggi messi alla berlina, come ad esempio il Nobel "autentico", Camilo José Cela, presentato nel suo caratteristico modo scioccante di esprimersi, l'onnipresente Paco Rico, potente e non troppo amata personalità universitaria, il duca-consorte d'Alba, ex gesuita, divenuto accademico della Real Accademia della Lingua con non poco scandalo, il presidente della Comunità Autonoma di Madrid, Leguina, sconfitto alle elezioni e in attesa di parcheggio, la ministra della cultura, casi giudiziari come quello relativo al Banco Exterior de España e al suo presidente. La storia, insomma, alquanto avariata, di un'epoca che ancora trascina le sue conseguenze nella vita della nazione, soprattutto della capitale, dove la vicenda è ambientata.
    Ma l'interesse del romanzo sta anche in qualche cosa di piú profondo che non la satira di una società di superficie, tesa spasmodicamente all'affermazione di se stessa nel campo del danaro o dell'artificiosità culturale, ed è il discutere intorno alla natura del romanzo poliziesco e la dissacrazione del rango dei premi letterari, abbondanti anche in Spagna e chiaramente nominati, come spesso accade già assegnati prima del giudizio. Qui, addirittura, si giunge al grottesco: è il mecenate che decide chi vincerà il premio e la giuria un'accolita di gente ben pagata, tenuta fino all'ultimo all'oscuro, chiusa a chiave in una sala dove non mancano buone bevande e cibo.
    Evidentemente Vázquez Moatalbán in questo libro si è voluto prendere piú di una soddisfazione, arrivando addirittura agli estremi di una possibile denuncia penale, che non ho notizia se gli sia stata fatta da qualcuno dei rappresentanti, ma che ben sarebbe possibile. E ciò mentre racconta una vicenda di odi e rancori, di colpi bassi finanziari e infine dell'avvelenamento dello straricco promotore del premio.
    Il ruolo del commissario Carvalho appare in ombra, come si conviene a un uomo che l'esperienza ha reso abile e saggio, ma che il trascorrere del tempo ha condotto a una visione negativa della vita e della società, almeno di questa società di straricchi e di pseudoletterati, e in fondo con una trasparente antipatia catalana —quella dello scrittore— per la capitale spagnola. La sua intuizione di poliziotto, sia pure non inquadrato, lo porta presto a individuare l'assassino, mentre la polizia ufficiale, prende i soliti granchi.
    Uno dei pregi di Vázquez Montalbán è di riuscire a rendere impenetrabile la soluzione del problema fino alla fine, qualità non indifferente per un autore di romanzi di questo genere. Il lettore segue con tensioni il succedersi dei fatti, ma non riesce a districarsi nella marea di dati per raggiungere anzi tempo una sua soluzione. Altro pregio dello scrittoré è di superare sempre il genere puramente poliziesco per dare ai suoi testi, opera di consumato narratore, una dimensione di partecipazione critica alla vicenda del suo Paese.


Ancora su Il premio:

1) Articolo di Vázquez Montalbán sui premi letterari

2) Recensione di Edmonso Dietrich

3) Recensione di Vittoria Martinetto