Creato il 25/6/99.
Ancora sul Kosovo:
1) Solana e i nuovi infedeli.
2) Le trame della guerra
3) Ocalan: la guerra umanitaria sconfitta.
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L'Onu all'americana
MANUEL VÁZQUEZ MONTALBÁN
La Repubblica, 16 / 6 / 1999.
L'insostenibile leggerezza dell'essere è ormai qualcosa di più del titolo di un romanzo di Kundera e molto di più di un problema metafisico. Viviamo tempi in cui si constata l'insostenibile leggerezza di quasi tutto, dalla Coca-Cola al pensiero filosofico. Kofi Annan non poteva fare eccezione. Infatti venne eletto segretario generale delle Nazioni Unite perché fosse un segretario "leggero" alla maniera di Pérez de Cuellar, e non un segretario ribelle nei confronti degli interessi americani, come infine si era dimostrato Boutros Ghali. Quando raggiunse la segreteria, Kofi Annan, davanti alla situazione di bancarotta, ottenne promesse di finanziamento da parte di Clinton sempre che riuscisse a convincere il settore anti Nazioni Unite del Senato, guidato dal senatore Helms che considera l'Onu come l'erede spirituale del comunismo internazionale. L'abilità dell'attuale segretario è tale che venne accettato dal potente senatore e dopo diversi anni in carica è riuscito a non farsi notare, in parte di propria volontà, in parte perché la strategia disegnata dal Dipartimento di Stato mira a trasformare la Nato nel vero garante dell'ordine internazionale e a tentare che l'Onu si riduca a essere il paesaggio etico del mondo, non dissimile dal Papa quando chiede agli uomini di amarsi reciprocamente come Dio li ama e di pregare la Madonna di intercedere per loro in veste di mediatrice. Kofi Annan sarebbe la Madonna del Nuovo Ordine Internazionale. Quando si fece evidente che gli Stati Uniti avevano una loro interpretazione della sovranità internazionale e bombardavano l'Iraq sempre che la cosa interessasse i teologi della sicurezza americana, Javier Solana lanciò sul mercato la dottrina Solana, la quale giustificava le azioni militari della Nato o del tandem alleato Usa-Regno Unito senza bisogno di aspettare l'assenso del Consiglio di Sicurezza. Era questa la prima coltellata mortale inflitta all'Onu e il signor Kofi Annan l'accettò senza batter ciglio. Era stato nominato proprio per questo. Quando dalla lista dei violatori dei diritti umani del mondo venne scelto il nome di Milosevic, trasformato nel Fu-Manchu del millennio, e la Nato fece a meno dell'Onu per dare inizio ai suoi bombardamenti senza una dichiarazione di guerra, il segretario Annan espresse il proprio disgusto perché un'azione di tale tipo metteva in forse il senso dell'Onu. Ma non passò alle misure forti. Sapeva di non poterlo fare e il livello d'intelligenza di ogni essere umano si rivela mediante la conoscenza dei propri limiti. Tuttavia ordì alcune frasi fortunate e benintenzionate, come chiedere per l'Onu un ruolo centrale nella ricerca di una soluzione alla crisi jugoslava e offrì l'Onu come ombrello protettore del conflitto. Quando Belgrado accettò le condizioni della Nato, definì il gesto come... un'importantissima mossa nella giusta direzione. Il linguaggio diplomatico non ha segreti per il segretario generale delle Nazioni Unite, fattore importante se consideriamo che i successi più strepitosi dell'Onu sono stati ottenuti nel campo linguistico, in cui si sono prodotti eufemismi magistrali nel tentativo di dare una sensazione di leggerezza ai conflitti della Storia.
Formatosi intellettualmente negli Stati Uniti come economista presso l'università del Minnesota e al Mit (Istituto Tecnologico del Massachusetts), Kofi Annan si accinge ora a dare il nulla osta a quanto è accaduto in Jugoslavia negli ultimi mesi, concedendo così la legittimazione dell'Onu alle iniziative della Nato. Per alcuni si sta cercando di aiutare la Nato a uscire da un maledetto imbroglio, per altri analisti si sta facendo un ulteriore passo verso l'ovvietà della sconfitta funzionale dell'Onu. È possibile tuttavia che la Nato impieghi qualche decennio per trovare un'altra causa umanitaria tanto gratificante quanto quella degli albano-kosovari e nel frattempo l'Onu potrà continuare a ballare il suo eterno minuetto di commiserazione sugli scheletri delle vittime della globalizzazione.
(Traduzione di Hado Lyria)
Ancora sul Kosovo:
1) Solana e i nuovi infedeli.
2) Le trame della guerra
3) Ocalan: la guerra umanitaria sconfitta.
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