Creato il 16/11/97. |
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L'EUROPA DI STANLIO E OLLIO
MANUEL VÁZQUEZ MONTALBÁN
La Repubblica, 17 / 5 / 1997.
Monsieur Delors ha potuto scorgere l'abisso dell'europeità attraverso il filtro di una torta di panna montata schiacciata sulla serenità di un viso faticosamente elaborato per presiedere l'Europa. Come nei migliori show dei film di Stan Laurel e Oliver Hardy, la torta di panna montata ha spezzato la routine delle relazioni convenzionali tra l'Europa dei grassi e l'Europa dei magri, chiamata anche Europa a due velocità. I tecnocrati entreranno nella Storia per il loro contributo alla soavizzazione del linguaggio. Quello che si chiamava imperialismo e sviluppo disuguale oggi si chiama relazione centro-periferia o differenze tra Nord e Sud. La volontà di una ratifica da parte dell'Europa all'egemonia del suo Nord sul suo Sud è diventata l'ipotesi di lavoro a due velocità o l'immaginario di un treno ad alta velocità del quale Francia, Germania e Inghilterra sarebbero la locomotiva, Italia e Spagna si spartirebbero la carrozza ristorante e la Grecia quel che resta, quella di coda.
La torta di panna montata sul viso di Jacques Delors farà parte dell'inventario degli attentati
storici della postmodernità. Niente a che vedere con la bomba di Sarajevo né con la brutale
annessione di Danzica, ma rispecchia la dolce, diabetica violenza di questo fine millennio in cui per omissione si pu'o commettere il genocidio si non permettere a un paese l'accesso alla
moneta unica, condannandolo alla subalternità, alle tenebre esterne del villaggio globale.
I terroristi della panna montata agiscono mossi dalla paura di un'Europa costruita sulle rovine
delle identità nazionali magre in beneficio delle identità nazionali grasse, rifugiati dietro le frontiere ancora incistite nei libri di testo e nel sapere convenzionale e patriottardo delle masse. Finchè l'Europa avrà soltanto una identità mercantile e sarà priva di strutture sociali, politiche e culturali unitarie e provanti, gli strateghi economici continueranno ad andare da una parte, e dall'altra i cittadini che credono soltanto nell'Europa della Coppa dei Campioni. Osservati con la coda dell'occhio dai barbari del Nord, noi ita1iani e spagnoli abbiamo presenziato all'attentato a Delors con atteggiamenti e posizioni disuguali. Noi spagnoli continuiamo a temere che la nostra ultima occasione di essere un paese normale consista nel restare in Europa, al riparo dalle insopportabili peculiarità militarizzate della
Storia di Spagna. Gli italiani «pedoni» della Storia concepiscono l'Europa come una immensa pizza annaffiata da vinodotti di Chianti, ma hanno una memoria storica troppo poco distante dalla città-stato e una diffidenza educata dalla doppia morale, dalla doppia verità e dalla doppia contabilità, binomi operanti nei quasi cinquant'anni di pareggio storico.
D'altro canto gli eurocrati e il Financial Times ci indicano come esempio e lodano la salute convergente della Spagna, mentre rimproverano la parsimonia convergente dell'Italia. Vogliono dividerci e approfittare di quel ghiribizzo di alcuni spagnoli emergenti postmoderni che li porta in casi estremi a voler sembrare svizzeri o giapponesi e a rimproverare gli italiani accusandoli di aver fatto male i compiti e di non essere maturi per ricevere la piena identità europea.
Paralizzate le unioni politiche e sociali, i benefici dell'unione monetaria sono soltanto questione di fede, una fede equivalente a quella avuta dai maoisti ai tempi della rivoluzione culturale il e che costó il sacrificio di due o tre generazioni. Sarebbe assai tranquillizzante se la panna della torta buttata in faccia a Jacques Delors provenisse dal latte di qualche mucca pazza, inacidito dall'incavolatura! (Traduzione di Hado Lyria)
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