M.V.M.

Creato il
13/6/98.


Lettera aperta a
Sharon Stone

MANUEL VÁZQUEZ MONTALBÁN


Fin da quando la vidi in Basic Instinct sono innamorato di lei, con un'intensitŕ provata solo nel passato per Rita Hayworth in Salomč o per Faye Dunaway in Bonnie & Clyde. Io posso innamorarmi soltanto delle dive del cinema perché per le donne di tutti i giorni sento solo compassione o nostalgia di qualche passata compassione, e questo supponendo che l'amore non sia un cocktail di compassione, nostalgia e qualche goccia di angostura dell'autoinganno. Mi innamorai di lei a partire dal momento in cui accavallava le gambe davanti ai poliziotti, uomini strozzati da quel tumore del desiderio provocato di solito dalle donne che allargano le gambe per insinuare di essere in possesso della porta stretta che conduce alla cittŕ dolente, metafora dantesca, vittima il povero Dante del terrore cattolico per il sesso femminile, unico possibile paradiso reale in grado di competere con tutti i paradisi virtuali controllati dalle religioni, quella telematica per ultima. Non č lascivia, mrs Stone, quel che comunica il suo gesto di tagliare il rapporto spazio tempo con le pale di mulino delle sue gambe, mentre oltre l'incisione si insinua la patria piů propizia. Non č lascivia ma profonda tenerezza per lo scoramento dell'uomo di fine millennio, stanco maratoneta che davanti al fallimento del sentimento e della ragione scopre come la sola possibilitŕ di pienezza sia il ritorno alla placenta materna, ma non a quella della madre vestita, vale a dire, delle nostre mamme sante, ma di una splendida madre nuda come lei č, come voi siete, dive cinematografiche che ci regalate l'evidenza del rincontro tra peccato e virtů oltre la porta stretta che conduce alla cittŕ dolente.

Lei, mrs Stone, č la migliore madre nuda di questo fine millennio, anche se in lontananza vedo ormai affacciarsi una rivale non ancora del tutto connotata nella mia coscienza di apprendista strangolatore di Boston. Mi riferisco a Emmanučle Béart, nei cui confronti mi trattiene il fatto di avere amato le canzoni di suo padre. Č lecito amare la figlia di uno dei propri cantautori preferiti? La cosa non mi č chiara e mentre decido in merito, dichiaro che lei regna nel mio sguardo interiore ogni volta che intraprendo il viaggio verso l'immaginario della Cittŕ del Sole.

Resto a sua totale o parziale disposizione.