M.V.M.

Creato il
31/3/99.


Si ringrazia Luca Rosso per la segnalazione.


Se Monsieur Arnaud non lasciasse Nelly

MANUEL VÁZQUEZ MONTALBÁN

Sette, 5 / 11 / 1998


Monsieur Arnaud ha dovuto controllare le sue emozioni al momento di accomiatarsi da Nelly, non tanto perché Nelly avesse il corpo e il volto di Emmanuelle Beart, ma perché in realtà si stava accomiatando per sempre dalla gioventù. Non dalla sua, ma dalla giovinezza tentatrice di una donna che avrebbe potuto cambiargli il sangue e permesso perciò una vecchiaia da vampiro, soddisfatto e angustiato al tempo stesso da una decrepitezza che non si merita la ragazza. Sebbene Nelly abbia percepito in sé il desiderio di baciare la malinconia del vecchio, saggio e bello, monsieur Arnaud ha rinunciato a lei in virtù di una miscela di geometria e compassione, ossia di ragione e pietà: la ragione gliela ha ispirata la giovinezza di Nelly, la pietà Arnaud la dedica a se stesso e al suo senso del ridicolo.
O forse è possibile che l'abbia lasciata per delicatezza: in fondo il film è francese. Però se lo sceneggiatore o Claude Sautet stesso avessero prolungato la storia —e fatto scappare il vecchio dall’aeroporto che lo introduce alla terra promessa di una fuga in avanti, per raggiungere il luogo dove Nelly si lecca le sue appena intuite frustrazioni— sarebbe bastato lo sfasamento tra l'anelare faticoso e aggrinzito di monsieur Arnaud e la tersa bellezza della donna, perché egli potesse leggere nei suoi occhi l’orrore dei giovani verso tutto quello che possa ricordare o avvicinare la morte.
    A ogni modo, mi sarebbe piaciuto verificarlo.